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Zdenek Zeman, frasi storiche del tecnico boemo

3 Dicembre 2016

Le "perle" di saggezza del tecnico Zdenek Zeman tratte dal sito www.superboemo.it Ecco alcune delle perle di saggezza del tecnico boemo Zeman oggi in visita a Reggio Calabria in occasione della gara tra Reggina e Foggia:

"A mio parere, la grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza in ogni angolo del mondo c'è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi. Ma il calcio, oggi, è sempre più un'industria e sempre meno un gioco"

"Non c’è nulla di disonorevole nell’essere ultimi. Meglio ultimi che senza dignità"

"Tutte le partite partono dallo 0-0, sta alla squadra cambiare il risultato"

"Non importa quanto corri, ma dove corri e perchè corri."

"Talvolta i perdenti hanno insegnato più dei vincenti.Penso di aver dato qualcosa di più e di diverso alla gente."

"Non conto le sigarette che fumo ogni giorno, altrimenti mi innervosirei e fumerei di più."

"Mio padre mi voleva medico. Come lui. Meno male che non è andata così."

"Dovrei parlare di arte? Di politica? Di economia? Io sono uno che sta nel calcio, se un giornalista viene da me lo fa perchè vuole avere un'opinione competente, altrimenti fuori dal calcio io sono uno
qualunque e il mio parere conta come quello di un contadino. Eppure dal contadino non va nessuno."

"Modulo e sistemi di allenamento non li cambierò mai, qui a Roma come in un'altra città. Per coprire il campo non esiste un modulo migliore del 4-3-3."

"Io alleno, ma non posso scendere in campo e giocare."

"Il calcio è sempre lo stesso, sia in una piccola che in una grande città il campo ha sempre le stesse misure e la preparazione è sempre la stessa."

"Nella mia carriera mi sono procurato tanti nemici: meglio così, loro rappresentano uno stimolo."

"Pretendo che ogni giocatore dia il meglio di se stesso, nel rispetto dell'esigenza di fare spettacolo. Se non vinciamo, nessun dramma. Mi basta che i ragazzi abbiano dato il massimo."

"Da piccolo a Praga mi dissero 'prendi qella posizione' e mai 'prendi quell'uomo': da quel giorno non ho più cambiato idea, sarebbe stata la zona il mio modulo di gioco ideale."

"Il mio calcio è prevedibile? Una stupidagine: che cosa ne sanno i miei colleghi degli schemi di Zeman?"

"Il vero segreto del Foggia non era Zeman ma Pasquale Casillo: se lui fosse rimasto, la squadra non sarebbe mai retrocessa."

Se dipendesse da me mi confermerei sempre. Ma visto che Cragnotti non mi ha ancora offerto un contratto, vuol dire che ha convinzioni diverse. E io non mi fascio la testa per questo."

"Il derby di Roma? E' una partita come le altre, vale tre punti proprio come le altre, e non richiede atteggiamenti tattici particolari."

"Nel calcio non esistono più le bandiere: ormai comandano la politica e l'economia."

"Mi sento più italiano di tanti allenatori italiani."

“Cosa cambierei se potessi tornare indietro? Niente, proprio niente, rifarei esattamente tutto ciò che ho fatto. Nè credo che questo esonero pregiudicherà il mio futuro di allenatore, il calcio che io insegno
non finisce con la fine di questa mia esperienza parmense, qualcuno avrà ancora fiducia in me."

"Non ho rapporti con la stampa o la televisione. Voglio essere giudicato per quello che faccio con la mia squadra, non mi interessano altre esibizioni."

"Raramente mi capita di dire una bugia. Per questo mi sento solo. E' un mondo, il nostro, in cui se ne dicono tante."

"Riguardo a chi mi chiede conto di alcuni errori commessi lo scorso anno, posso dire semplicemente che chi fa, fa sempre errori; solo chi non fa nulla non sbaglia. L'importante è fare errori in buona fede, e ancor più importante accorgersene e porvi rimedio."

"Non è vero che non mi piace vincere: mi piace vincere rispettando le regole."

"La mia verità è la verità di tutti."

"Io conosco solo amici. I nemici non li calcolo."

“Io credo nel calcio, credo nel gioco e credo nelle persone che vogliono fare, che amano il calcio. E’ tutta questione di passione, penso che uno con la passione se vuole fare fa. Problema oggi è affermarsi, fare quello che uno vuole fare. Io spero che la vincano quelli che ci credono.”

«Lo 0-0 è un risultato che non mi piace. Significa che le due squadre fanno poca attività. Il calcio è spettacolo e il gol è la sua essenza».

«Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant' anni, all' aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire».

" i giocatori dovrebbero pagare gli spettatori per lo spettacolo che offrono..."

«Siete voi che andate alla ricerca del passato, io invece inseguo il futuro: perché voglio continuate ad allenare»

"Se la gente va allo stadio, dopo aver già dormito per metà settimana, e si addormenta pure lì, è finita. Il calcio deve suscitare emozioni, dare la sveglia.... Non solo la gioia, perché c'è anche il dolore, purché la gente provi emozioni. Tutto questo è vita ".

"La mia più grande soddisfazione è uscire tra gli applausi quando perdo"

"In carriera ho allenato anche tanti grandi campioni, che si impegnavano, che volevano crescere e avevano voglia di imparare anche a 34 anni. E ho avuto anche tanti giovani che non avevano voglia di soffrire. Non decide l’età, decide cosa si ha voglia di fare, se si ha voglia di prendere la professione sul serio, se si vuole dare sempre tutto"

".... oggi mi sento un normale fra gli anormali"

“la mia vittoria più bella è quella di vedere lo stadio pieno, è dare allegria alla gente. Io voglio che, chi viene allo stadio, torni a casa dopo aver visto qualcosa”.

“A me dicevano che non ero un vincente. Io continuo a rispondere che l'allenatore che vince è quello che riesce a migliorare i giocatori”.

“Ho letto i titoli dei giornali «sparita Zemanlandia»…. E mo’ ce la faccio vedere di nuovo, va!”

 

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